Le giornate sempre più calde mi fanno pensare a un oggetto che da tempo allevia il fastidio dell’afa estiva. Un oggetto con una lunga storia, utilizzato nelle cerimonie, amato dall’arte, simbolo di vanità e singolare strumento di comunicazione: il ventaglio.
Questo strumento portatile che consente di rinfrescarsi, è un oggetto pieno di significati simbolici, dal fascino intramontabile.
Il ventaglio ha attraversato i secoli, mantenendo intatto il suo sex appeal e la sua utilità. È composto essenzialmente da due parti:
- pavese, fatto di tela che può essere dipinta, stampata o semplice. Il pavese può avere in aggiunta anche un ricamo o un merletto (tradizione europea) oppure può essere un semplice foglio di carta stampata (tradizione asiatica).
- baraja, una base rigida e pieghevole che serve per richiudere il ventaglio e può essere realizzata con vari materiali: avorio, legno, celluloide, madreperla, plastica, tartaruga.
Le prime testimonianze dell’uso del ventaglio risalgono all’antichità egizia ed asiatica: flabelli decorativi in oro erano presenti nella tomba di Tutankhamon. In questa fase, però, venivano adoperati nei servizi e nelle cerimonie di palazzo. Furono i greci a destinare il ventaglio all’uso domestico, seguiti dagli etruschi e dagli antichi romani.
Nel Medioevo, il ventaglio si diffuse sia come oggetto quotidiano sia nelle cerimonie religiose.
In Europa, l’uso del ventaglio è collocato dalla fine del secolo XV.
In Francia, fu introdotto da Caterina De’ Medici. Il suo uso si diffuse, però, tra il XVII e il XVIII secolo, quando diventò un oggetto artistico e aristocratico, riservato ai ranghi sociali elevati.
Solo più tardi fu accessibile a tutte le classi sociali e si diffuse nell’uso di tutti i giorni, prodotto con materiali più standardizzati e di minor pregio.
Nel secolo XIX e inizio del XX, in Francia e Spagna, in un momento in cui la libertà di espressione e socializzazione tra donne e uomini era stata notevolmente limitata, il ventaglio divenne uno strumento di comunicazione privilegiato. Si assiste alla nascita di una vera e propria lingua del ventaglio, in cui ogni gesto aveva un significato ben preciso, un codice, da usare e interpretare.
È in Spagna, comunque, che il ventaglio assume il ruolo di vero e proprio oggetto artistico, diventando parte essenziale della danza flamenca e della danza spagnola di carattere.
Ai nostri giorni, in qualsiasi foggia creato ed esibito, dei più svariati materiali, il ventaglio resta un oggetto pieno di fascino intrigante e sinonimo di femminilità, oltre che un elegante maniera di trovare sollievo dalla calura.