Alle prese con la lettura dell’ennesimo giallo, cerco di capire come rendere il senso di ansietà che si crea in certe scene d’azione, dove chi legge si lancia sulle parole in volata, senza saltarne una (per carità) ma cercando di arrivare il più in fretta possibile ad afferrare quanto sta per accadere.
Insomma, mi chiedevo: come si fa a scrivere un testo trepidante che già nella forma esprima il contenuto?
In realtà, è semplice, se uno conosce a fondo i ferri del mestiere di scrittore.
Per ottenere frasi di questo tipo, è necessario essere: brevi, rapidi, incisivi, sfruttando ogni strumento teorico e pratico che siamo riusciti a immagazzinare.
Ad esempio: una punteggiatura incalzante, con molti punti; l’uso di parole che colpiscono; frasi nominali (senza verbo) e magari solo una frase iniziale con un verbo forte, possono essere un ottimo strumento per ottenere quel ritmo sollecito che vogliamo imprimere alla nostra scrittura e che poi sarà evidente ai nostri lettori.
Di tutt’altra pasta sono le frasi lunghe, a volte tortuose, che servono a farci riflettere, a condurci per mano al concetto finale, a regalarci un’immagine indelebile che ci resterà nella memoria a lungo, a volte per sempre.
Quindi, lunghe o brevi le frasi sono tutte importanti: servono a creare una data atmosfera, a conferire un certo ritmo alla narrazione, a rispondere a un dato genere. E molto spesso, la scelta tra l’una o l’altra forma costituisce il marchio di fabbrica di un autore.