Ieri sera ho visto in TV “Il giovane favoloso“, film dedicato alla figura di Leopardi.
Il giovane poeta era spesso mostrato mentre studiava o scriveva affacciato alla finestra della sua stanza.
Quella finestra e lo scrutare fuori mi hanno fatto ripensare per analogia ad altre finestre famose: “La finestra sul cortile” di Alfred Hitchcock e “La finestra di fronte” di Ferzan Özpetek.
Queste finestre diventano in tutti e tre i casi terreno fertile per l’immaginazione e spunto di ispirazione per costruire storie.
Leopardi ha scritto molte poesie guardando dalla sua finestra di Recanati; il protagonista del film di Hitchcock sospetta che un omicidio sia avvenuto nel palazzo di fronte al suo, mentre uno dei personaggi de “La finestra di fronte” immagina una vita tutta nuova, radicalmente diversa da quella che sta conducendo, semplicemente spiando ciò che avviene fuori dalla sua finestra.
Le persone affacciate alla finestra vera o a quella virtuale della finzione cinematografica hanno altri punti in comune: non solo passano molto tempo davanti a una finestra a osservare la vita degli altri, ma in tutti e tre gli esempi, coesiste la stessa angusta prospettiva.
Leopardi vorrebbe affrancarsi da Recanati e dalla sua ristrettezza, vorrebbe vedere il mondo, tuffarcisi dentro, vivere a pieno la sua appassionata vitalità.
La sua è un’angustia di tipo spirituale e logistica, mentre quella di Jeff, il fotoreporter de “La finestra sul cortile“, è rappresentata dalla sua condizione fisica: una frattura alla gamba sinistra che lo costringe a una forzata immobilità e lo pone davanti alla sua finestra, unico svago di una giornata noiosa: osservare le vite piuttosto variegate dei suoi dirimpettai.
L’angustia di Giovanna, protagonista del film di Özpetek, invece, è di tipo morale. La donna è insoddisfatta del lavoro come contabile in una polleria e anche della sua vita familiare con due figli da crescere e un marito che passa da un lavoro precario all’altro. La sua finestra si apre su quella di Lorenzo, suo dirimpettaio che le fa intravedere una vita migliore, una vita diversa.
Questo ricorrente “tema della finestra” è molto interessante da indagare anche rispetto alla scrittura, perché quando si scrive, il punto di vista o le prospettive da cui ci si pone non sono cosa trascurabile.
La finestra può essere un interessante espediente e una singolare fonte di ispirazione. È una porta sul mondo, anche se inquadra uno spazio ristretto. Questa apertura limitata consente di visionare uno spaccato, anche se angusto, della vita degli altri e può dare vita a storie con insoliti e interessanti risvolti.