ovvero la vita degli altri
In tempi di reality e con i gossip sempre sulla cresta dell’onda mi sono soffermata a pensare alla morbosa attenzione che esercita per alcuni di noi la vita degli altri.
Cornell Woolrich, nome completo Cornell George Hopley-Woolrich, noto anche con gli pseudonimi William Irish e George Hopley, era uno scrittore statunitense.
Nel 1942 scrisse il racconto It Had to be Murder, che nel 1954 fu rinominato Rear Window (La finestra sul cortile) e divenne un film di Alfred Hitchcock.
Il racconto, come il film, sono incentrati sulla tematica della vita degli altri osservata da qualcuno a distanza.
Quale sarà la motivazione profonda di questo fascino?
Riuscire a scoprire particolari piccanti o insoliti della vita di chi ci circonda?
Cogliere atteggiamenti più veri perché chi è osservato non sa di esserlo?
L’altra alternativa è che si tratti di una via di fuga dalla propria scomoda vita, un modo per immergersi in un altro mondo e dimenticare i guai personali, i pensieri che affliggono quotidianamente le esistenze di tutti oppure è il sintomo di una solitudine cronica che avvolge il mondo e ne guida inesorabilmente i passi.
Il book trailer che segue fa riferimento ad un racconto dove il protagonista è anche lui un osservatore silenzioso della vita degli altri.
La sua è una scelta non tanto psicologica, quanto fisica, visto che è costretto su una sedia a rotelle, ma non per un breve periodo come il protagonista di Hitchcock, così il suo mondo diventa la finestra del suo appartamento, dalla quale osserva la vita degli altri.
Scrutando a lungo può accadere di assistere ad eventi interessanti e se poi chi guarda è anche uno scrittore… il passo è breve a tradurre l’accaduto in una storia da non perdere.