Verso il 650, i primi testi del Corano, vengono trascritti in arabo.
Nel Corano, la scrittura è di per se stessa “scrittura di Dio” e la si onora, senza neppure leggerla né comprenderla.
Come l’ebraico, l’arabo si scrive e si legge da destra a sinistra e ugualmente, non trascrive le vocali. Comprende 18 lettere che associate a dei punti diventano 29.
La caratteristica geniale di questa scrittura è la sua capacità di prestarsi a innumerevoli forme.
Grazie a questa sua singolare caratteristica, la scrittura araba è diventata elemento decorativo essenziale delle moschee e degli altri monumenti e costituisce la base dell’arte degli “arabeschi“.
La calligrafia araba ha conosciuto fino a oggi stili di una varietà infinita e di una fantasia illimitata.
Nelle regioni meridionali dell’Arabia sino all’Etiopia si sono sviluppati molti altri tipi di scrittura, tutti nati dal fenicio e per la maggior parte scomparsi.
Sono sopravvissute solo la scrittura etiopica e quella dei tuaregh: il tifinagh contraddistinta da caratteri dalla forma geometrica.
Caso raro nella scrittura, il tifinagh è appannaggio delle donne e qui, come altrove, possedere la scrittura significa avere un certo potere.
la storia continua…