I progressi tecnologici consentono il più delle volte di migliorare le cose e spesso rendono accessibili a un pubblico più vasto beni, in precedenza, destinati solo ai privilegiati.
Anche la storia della scrittura vede cambiare il suo corso grazie a una serie di invenzioni.
Da Gutenberg fino al 1783, per stampare i libri si utilizzava il torchio a mano che consentiva una tiratura al massimo di trecento fogli al giorno. Ma proprio nel 1783, Didot aggiunge alla sua macchina da stampa un bancone in ferro e una piastra di rame, ciò gli consentirà di stampare grandi formati; inoltre, nello stesso periodo si appronta la realizzazione di carta in bobine.
Nel 1812, al torchio sono apportati dei miglioramenti: se prima si imprimeva piatto contro piatto, ora al piatto si contrappone un cilindro.
Questo nuovo tipo di macchina a stampa è realizzata in Inghilterra da Friedrich Gottlob Koenig (17 aprile 1774 – 17 gennaio 1833), un inventore tedesco.
La sua macchina da stampa andava a vapore e lavorava ad alta velocità; il suo rivoluzionario sistema fu realizzato in collaborazione con l’orologiaio Andreas Friedrich Bauer (18 agosto 1783 – 27 Dicembre 1860). Questo nuovo tipo di macchina da stampa poteva produrre fino a 1.100 fogli all’ora ed era in grado di stampare su ambo i lati della carta allo stesso tempo.
Nel 1819, si fa un ulteriore passo in avanti: l’inchiostratura dei rulli diventa automatica.
Siamo ormai sulla strada della più grande conquista tipografica dell’Ottocento: la rotativa, un sistema di stampa che prevede l’uso di due elementi cilindrici.
Però, bisogna attendere fino al 1846, per vedere realizzata la prima macchina tipografica moderna che fu realizzata a Filadelfia. I suoi numeri sono davvero impressionanti: 95.000 copie l’ora, eppure è trascorso meno di un secolo dalle trecento copie tirate a mano…