Dal 7 ottobre 2015 fino al 10 gennaio 2016 si è svolta a Londra alla National Gallery la Mostra dedicata ai ritratti di Goya.
Non ho potuto ammirare i quadri dal vero, ma ho assistito a un documentario dedicato alla mostra.
Tra le interessanti osservazioni fatte dagli studiosi del pittore, mi ha colpito in particolare una: il rapporto intimo tra artista e soggetto.
Tra Goya e i suoi modelli o modelle c’era un’intimità tangibile, tuttora evidente e riconoscibile negli sguardi che i soggetti rivolgono a chi li osserva.
Quegli sguardi a volte sono carichi di passione o di forza, in altri casi da essi trapela ambizione o orgoglio per la propria posizione sociale.
Su ognuno di quei volti, però, si può leggere la personalità del soggetto, perché Goya non si limitava a riprodurre le fattezze dei suoi soggetti, ma si spingeva oltre, misurava il loro carattere, catturava i moti della loro anima.
Perciò, ogni ritratto conserva, imprigionato dai colori e dai tratti decisi del pennello, l’essenza vitale dei soggetti, che miracolosamente si rigenera, ogni volta che lo spettatore si pone davanti a essi per ammirarli.