Alcune sere fa ho assistito a un concerto jazz.
Mentre le note si susseguivano in seducenti costrutti sonori i miei pensieri scivolavano dentro e fuori la musica.
L’associazione musica-scrittura è scattata in un baleno.
Credo che ogni input esterno possa far scaturire nuove idee e la musica è sempre stata un’ottima amica degli scrittori: alcuni, come Thomas Mann, l’hanno corteggiata in lunghe descrizioni, arrivando persino a costruire romanzi dove la musica occupa un ruolo fondamentale.
Sempre a caccia di stimoli da tradurre in storie, di consueto, viaggio accompagnata da un taccuino su cui annoto nuove idee, impressioni, sensazioni embrionali, associazioni di parole o frasi accattivanti.
Mi arrampico tra metafore estemporanee e guizzi d’intuito e a volte, qualche buon inizio cresce e diventa storia.
Così, durante il concerto ho trasformato quanto accadeva davanti a me, bypassando gli eventi sonori dal mondo magico della musica a quello fatato della scrittura.
Gli assolo sono diventati storie inconsuete e piene di fascino con un incipit fulminante, un climax e una conclusione.
Brillanti variazioni: insistenti tentativi di nuovi intrecci.
Leitmotiv: personaggi interessanti con curiose sfumature caratteriali.