Cosa associa la fiaba di Hans Christian Andersen “Il brutto anatroccolo” e un comportamento sociale basato su violenze fisiche e psicologiche?
Quando ho iniziato a scrivere “Sei come ti voglio” ho ricordato come ero stata vessata e derisa per il fatto che portavo gli occhiali: “quattrocchi” “sgorbio” e altri epiteti erano all’ordine del giorno, quando frequentavo le elementari e le medie.
Lasciata ai margini dei gruppi che “contavano”, composti da figli di papà che non mancavano mai di ricordare agli altri il loro retaggio, facevo gruppo con altri “sfigati” come eravamo chiamati da chi pensava di appartenere a una élite di privilegiati, il mio non uniformarmi era visto come una diversità.
Ma il tempo può cambiare tante cose…
Alle superiori, quando ho visto il bullismo che anche io avevo subìto riversarsi sui miei nuovi compagni di classe, non sono riuscita a non farmi coinvolgere e ho difeso chi ne era vittima.
Forte della mia esperienza di bambina derisa e perse le piume da brutto anatroccolo, avevo ora un atteggiamento diverso rispetto a certi comportamenti: ero combattiva contro chi sfotteva il prossimo solo perché era più debole e indifeso e avevo iniziato la mia personale crociata contro chi offendeva gli altri solo per riempire la sua misera giornata.
Con il passare del tempo, rincontrando alcuni “sfigati” ho scoperto che alcuni di loro avevano posti di prestigio, avevano fatto carriere soddisfacenti nel mondo del lavoro e avevano anche stupende famiglie, proprio come era successo a me.
Ho incontrato anche qualcuno di quei bulli, purtroppo per loro, il passare degli anni era servito solo a far maturare il nulla che erano e dai loro racconti scoprii che le vite che conducevano erano spezzate o nei migliori dei casi, vuote.
Vorrei che il mio libro veicolasse questo messaggio di speranza e fosse un’esortazione a reagire, a scoprire la bellezza che c’è in ognuno di noi, al di là dell’aspetto fisico.
Mi auguro che le mie parole possano aiutare le vittime del bullismo a prendere coscienza che chi offende e umilia gli altri è solo una persona debole che si sente forte solo se può opprimere qualcun altro; questo perché di solito il bullo si rende conto di essere in qualche modo inferiore alla sua vittima ed è così, già solo per il fatto che chi non commette atti di bullismo è di sicuro una persona migliore.