Scrittura #2 La descrizione dei personaggi: Agatha tu mi stupisci

Agatha Christie

Un’autrice che descrive con grande rapidità e precisione è Agatha Christie.

I suoi personaggi sono un insieme di indizi.

Quadri in miniatura: suggeriscono ai lettori fisionomia e tratti caratteriali dei soggetti della storia.

A voler definire in una sola parola il signor Jesmond, questa sarebbe stata “discrezione”. Tutto, in lui, era discreto. Gli abiti di ottimo taglio ma non vistosi, la voce garbata e ben educata che raramente si alzava in toni che si staccassero da una piacevole monotonia, i capelli castano chiaro che cominciavano a diradarsi alle tempie, la faccia pallida e grave“.

La signora Lacey era vicina alla settantina, dritta come un bastone, con i capelli candidi come la neve, le guance rosee, gli occhi azzurri, un nasino spiritoso e il mento risoluto“.

I signori Baker […] ci stavano aspettando. Erano una coppia simpatica. Lui tutto rattrappito e con le guance rosse, come una mela raggrinzita, e sua moglie una donna di vaste proporzioni e con la calma della gente del Devonshire“.

Niente è superfluo nelle sue descrizioni.

Come nelle sue storie, dove ogni cosa va al suo posto e ogni particolare trova la giusta collocazione e una successiva spiegazione, anche i protagonisti dei suoi gialli vengono definiti con la stessa logica ed essenzialità.

Scrittura #1 La descrizione dei personaggi: introduzione

typewriter

C’è chi si attarda e chi procede rapido, chi usa brevi stoccate, chi lievi pennellate.

Altri ancora rielaborano e descrivono con minuzia certosina, non limitandosi all’aspetto esteriore, ma indagando nell’animo con gli strumenti di un esperto analista.

Chi scrive necessita di un bagaglio di parole, ma anche di strumenti.

E dove attingere se non nella lettura?

Gli scrittori leggono i libri, o almeno dovrebbero, con la consapevolezza di cui parla Stephen King in “Misery“.

Con il passare degli anni Paul si era sempre più rassegnato al fatto che non sarebbe stato più capace di leggere come soleva da bambino: divenuto scrittore lui stesso, si era condannato a una vita di dissezioni“.

La lettura è ancora un piacere, ma per ‘lavorare’ sui libri è necessaria una lettura più profonda che vaglia con attenzione ogni aspetto della scrittura.

Un lavoro chirurgico che non trascura nulla, sezionando ogni cosa: lo stile in generale, le descrizioni di ambienti e dei personaggi, il modo di veicolare le emozioni, il ritmo nello snodarsi delle frasi; persino l’uso di singolari metafore, quelle meravigliose creatrici di immagini:

le più riuscite restano impresse nei ricordi di chi legge e creano stupore ogni volta che riaffiorano alla mente.