Daniela Carbini: insegnante, traduttrice e interprete

libri aperti e matite

Gli scrittori sono un po’ come gli investigatori: attenti ai dettagli e a ciò che succede attorno a loro.
In un certo modo, chi scrive si intrufola nella vita degli altri e molti scrittori ammettono di aver attinto per creare i loro personaggi e costruire delle storie dal generoso magazzino della vita.
Perciò, ho deciso di inaugurare una serie di interviste, una nuova rubrica in questo calderone di notizie, pensieri e riflessioni che ruotano attorno alla scrittura e alla cultura in genere.
Al momento, ho deciso di investigare nel giro stretto dei miei amici e conoscenti, e mi riservo di includere in futuro altre persone interessanti con cui entrerò in contatto in qualche modo.
Il mio è un progetto ambizioso e non so se riuscirò nel mio intento; vorrei poter mostrare lo scopo più profondo di chi scrive: l’unicità di ogni essere umano e di ogni storia.
Del resto, molte persone che si incontrano casualmente ogni giorno possono essere potenziali personaggi per un nuovo libro.
Io ho voluto, a modo mio, dar voce a queste persone comuni, ma per me speciali, che affrontano come tutti noi, difficoltà e scelte impegnative ogni giorno.

Daniela, come e perché hai iniziato a studiare per diventare una traduttrice e interprete?
Io ho sempre avuto una grande passione per le lingue e in particolare, mi è sempre piaciuto parlare in una lingua straniera, per cui ho intrapreso un percorso di studi che mi consentisse di padroneggiare appieno lingue diverse dalla mia.

Qual è secondo te la cosa più importante per un buon traduttore e interprete?
Eccellenti conoscenze in settori specifici, la capacità di distinguere contesti, tradurre e interpretare frasi e discorsi in modo chiaro, al fine di rispecchiare, il più possibile, il significato originale.

Perché è importante studiare una lingua straniera?
Io penso che conoscere una lingua straniera ci dia la possibilità di scoprire qualcosa di nuovo che riguarda un’altra cultura e un altro modo di pensare. Inoltre, padroneggiare una lingua straniera ci aiuta a metterci in contatto con altre persone.

Quali sono i valori che cerchi di trasmettere come docente?
Per me, la modestia e l’impegno costante sono essenziali e bisogna sempre pensare che ogni volta che si fa una traduzione o un lavoro di interpretariato si è di fronte a qualcosa di nuovo.

Quali sono le tue aspirazioni future?
Vorrei continuare a lavorare nei settori in cui sto lavorando adesso: traduzioni e interpretariato, e avere sempre nuove possibilità per migliorare le mie capacità.

Anglicismi: li usiamo senza rendercene conto?

Handy con bandiere

Nella lingua che parliamo oggi che rispecchia la nostra vita sempre più “social”, senza renderci conto utilizziamo tantissime parole che suonano “inglesi” e di cui forse non conosciamo neanche il significato nella lingua da cui le abbiamo prese in prestito.

Proprio così: in prestito. Infatti quando parliamo di “anglicismo” facciamo riferimento ad una parola che abbiamo trasferito dall’inglese alla nostra lingua, a volte anche snaturandone il significato.

Ciò accade anche nella lingua tedesca che tende sia a trasformare la parola dal punto di vista ortografico ma anche ad assimilarla talmente tanto da cambiarne completamente il significato fino al punto che un tedesco o austriaco o svizzero conoscono quella parola solo nel contesto in cui viene usata in tedesco.

Facciamo qualche esempio: mentre in italiano si utilizza la parola “cellulare” o “smartphone” in tedesco il termine corrispondente è “Handy”.
Il tedesco in questo come in altri casi non ha preso in prestito la parola inglese “smartphone” ma ne utilizza una che ha radicalmente integrato. Infatti “handy” in inglese è un aggettivo e significa “pratico”, “facile da utilizzare” ma il suo uso in tedesco risale agli anni 30. Infatti dei dispositivi prodotti per il settore militare anziché essere chiamati “walkie talkies” venivano chiamati “handie talkies” proprio per evidenziare la loro grande facilità d’uso. E così poi con il passare degli anni questa espressione si è trasformata da “handie” a “Handy”: naturalmente con la lettera maiuscola perché in tedesco è una regola per i sostantivi.

Che cosa capirebbe un inglese sentendo dire “Public Viewing”?
Penserebbe a qualcosa di brutto e cioè ad una persona il cui corpo viene esposto al pubblico dopo la sua morte. Invece in Germania questa espressione è associata a qualcosa di divertente e conviviale, ovvero alla visione di una partita o evento sportivo proiettati su un maxi-schermo. In questo caso il tedesco ha preso alla lettera i significati di public e viewing.

E se un tedesco dicesse di possedere una “Oldtimer”?
Beh, sarebbe proprietario di un’automobile d’epoca, perché questa parola in tedesco indica un veicolo storico, solitamente che ha più di 30 anni. Si tratta di una parola composta da “old” e “timer” poiché in tedesco si tende a creare parole componendole. E se dicessi old timer ad un inglese? Penserebbe a una persona anziana, un veterano che per via della sua età ha una grande esperienza.

Possiamo definire tutte queste parole degli anglicismi?
In realtà la VDS, ovvero Verein der deutschen Sprache (Società per la lingua tedesca) li definisce “pseudo-anglicismi” proprio perché assumono un altro significato in tedesco. Questa istituzione è nata per difendere la lingua tedesca dall’uso sempre più diffuso di anglicismi ed ha stilato un elenco di tutti quelli che vengono utilizzati in tedesco. Ciò che la VDS sottolinea è il fatto di importare parole inglesi per sostituirle a parole tedesche in un determinato contesto senza riflettere più di tanto. Ciò sarebbe dovuto a un senso di “obbedienza” o “sottomissione” nei confronti della lingua inglese che però va a scapito del tedesco, impoverendolo.

Tutto ciò è sicuramente vero, anche perché nonostante tutti noi siamo amanti della lingua inglese, è importante continuare a mantenere viva la nostra lingua che ha una grande ricchezza. In un altro post avevamo parlato delle parole “intraducibili” ovvero che esprimono un significato talmente profondo da non trovare un termine corrispondente che trasmetta esattamente lo stesso significato nella lingua di destinazione. Il caso degli anglicismi però è molto diverso perché non si tratta di parole intraducibili, ma semplicemente di una contaminazione linguistica.

Tutto questo sta avvenendo anche in italiano?
Sicuramente sì, visto che ogni giorno siamo invasi da una miriade di parole che impariamo a usare e usiamo senza neanche renderci conto… ne parleremo nel prossimo post!

La parola dell’anno 2016

Germania postfaktisch
Ogni anno in Germania viene scelta tra una serie di parole quella che merita di essere premiata come la “Parola dell’Anno” per una serie di caratteristiche che possiede.

La Società per la lingua tedesca (Gesellschaft für deutsche Sprache) con sede a Wiesbaden ha l’onore e l’onere di “nominare” la parola dell’anno che per il 2016 è “postfaktisch”. Perché proprio questa parola di cui spiegheremo il significato?
La ragione principale è il suo essere all’interno di un contesto particolarmente importante ovvero quello politico e sociale che nel 2016 ha subito delle profonde trasformazioni.

La parola stessa “postfaktisch” non è che la traduzione tedesca di un’espressione inglese “post truth” e letteralmente il suo significato è “post fattuale”, “post verità”. Questo termine si è diffuso dapprima a livello internazionale e poi nei paesi di lingua tedesca. Ma in realtà questa parola creata ad arte cosa indica ed implica? Negli ultimi anni ed in particolare in quello appena trascorso nelle discussioni politiche ed all’interno della società la tendenza è stata quella di dare più importanza alle emozioni che ai fatti, ad una realtà percepita piuttosto che ad una realtà reale.

Diverse fasce della popolazione, secondo la Società per la lingua tedesca, sono pronte ad ignorare fatti e ad accettare delle vere e proprie bugie al loro posto. Come riportato dal quotidiano tedesco “Die Welt” questa parola ha avuto una grande diffusione nei media in Germania a partire da agosto 2016 e la stessa Cancelliera Angela Merkel l’ha utilizzata in un suo discorso dopo le elezioni regionali dicendo: “Questo risultato rispecchia il fatto che ultimamente viviamo in tempi di post-verità”.

Tuttavia, questa parola come ha affermato il Presidente della Gesellschaft für deutsche Sprache non ha ancora trovato spazio tra i parlanti perché sicuramente suona molto “accademica”.

Al secondo posto della classifica troviamo il termine “Brexit”, anch’esso artificiale, che indica l’uscita pianificata della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Sempre il quotidiano “Die Welt” riporta che la Brexit frutto del referendum in Gran Bretagna è un “Triumph postfaktischer Politik” ovvero un “trionfo della politica nell’era della post-verità” poiché i fautori hanno agito fornendo informazioni parzialmente scorrette in modo mirato. Al terzo posto si è classificata la parola “Silvesternacht” collegata alle aggressioni di massa subite dalle donne a Colonia la notte tra il 31 dicembre ed il 1 gennaio 2016.

Un’altra espressione candidata a classificarsi tra le prime era “Grusel Clown” ovvero “pagliaccio cattivo” ad indicare un fenomeno diffusosi negli Stati Uniti e poi anche in Europa, in particolare Regno Unito e Germania, in cui gruppi di persone o singole persone si travestono da pagliacci per spaventare qualche malcapitato. Questa “moda” si ispira ai libri di Stephen King in cui il protagonista era proprio un clown.

Non è tanto la frequenza con cui viene utilizzata una determinata parola cui si basano per la loro scelta i membri della Società per la lingua tedesca, bensì il suo significato, la sua popolarità e la sua qualità dal punto di vista linguistico.

Le frasi idiomatiche in tedesco come espressione di una cultura

Kartoffeln patateQuando pensiamo alla lingua tedesca, la prima impressione è quella di una lingua estremamente logica, inflessibile nelle regole che la caratterizzano e “dura”.

In realtà se la si inizia a conoscere ed a studiare in maniera approfondita, spinti da un interesse che deve essere davvero profondo, si comprende che da un lato il tedesco ha certamente queste caratteristiche ma dall’altro troviamo una grandissima, anzi infinita varietà di verbi, espressioni idiomatiche che la rendono vivace e particolarmente interessante. Questi due aspetti del tedesco possono sembrare antitetici, in realtà sono due facce della stessa medaglia attraverso le quali questa lingua vive ed è in continua evoluzione.

Ogni lingua per i suoi modi dire utilizza delle espressioni che si rifanno ad alcuni aspetti culture-bound, ovvero legati alla propria cultura.

In tedesco, tantissimi modi di dire sono legati al cibo e questo fatto può sembrare strano visto che la Germania o l’Austria non sono poi così rinomate per il cibo. Però la domanda da porsi è: ci sono degli elementi tipici della varietà culinaria tedesca? La risposta è: le patate, famosissime “Kartoffeln” in tutto il mondo.

Per questo possiamo ritrovare innumerevoli espressioni idiomatiche che citano le patate, ad esempio: “Die dümmsten Bauern haben die dicksten Kartoffeln” ovvero “Le patate più grandi crescono sempre nel campo del contadino più stupido”. In italiano non esiste un modo di dire simile ed il significato è che anche le persone che si impegnano di meno e non sono troppo intelligenti possono avere successo o gratificazioni in poco tempo. Un’altra espressione particolarmente significativa è “Rein in die Kartoffeln, raus aus den Kartoffeln”. Viene utilizzata per indicare che qualcuno prende delle decisioni contrastanti, tende a cambiare spesso idea. Questa espressione ha un’origine precisa: infatti durante la guerra spesso venivano dati ordini contrastanti alle truppe. Dapprima veniva loro ordinato di entrare in un campo di patate per mimetizzarsi meglio e poco dopo di lasciare il campo per evitare danni alle colture.

Un altro elemento importante nella cultura tedesca è il pane, con le sue tante varietà.

Ritroviamo un modo di dire molto utilizzato “gehen weg wie warme Semmeln” (vengono comprati come i panini caldi) per indicare che dei prodotti vanno molto a ruba tra la clientela. Infatti i “Semmeln” sono panini e viene utilizzata proprio questa parola perché i panini sono un alimento molto amato da tutti.
C’è poi un altro modo di dire con “Brot”: “ein halbes Brot ist besser als gar keins”. Questa ha un corrispondente in altre lingue, tra cui l’italiano e si può tradurre con “meglio un uovo oggi che una gallina domani”. Anche in inglese ritroviamo la stessa metafora “better an egg today than a hen tomorrow”. In tedesco questo sottolinea la grande importanza del pane nella cultura germanica.

Nei modi di dire tedeschi non può mancare la “Wurst” che nei paesi di lingua tedesca si produce in tantissimi modi diversi.

Un modo dire che risale al Medioevo è: “Alles hat ein Ende, nur die Wurst hat zwei”. Letteralmente significa: tutto ha una fine, soltanto la salsiccia ne ha due. Infatti a prescindere da dove si inizia una cosa, questa poi avrà una fine. L’unica cosa che non avrà mai fine sono le salsicce. Possiamo ben capire perché!
Che cosa intendiamo con “das ist mir wurscht” o “das ist mir Wurst”? In italiano diremmo che qualcosa ci fa un baffo, non ci tange assolutamente. E se diciamo a qualcuno “armes Würstchen”? Gli o le stiamo dicendo: poverino/a! Questa persona si trova in una situazione difficile e vogliamo esprimerle la nostra comprensione. Perché proprio “Würstchen”? Perché pensiamo alla fine che farà essendo appesa al gancio prima di essere acquistata.
In senso positivo viene utilizzato anche questo modo di dire “eine Extrawurst kriegen” ovvero ricevere qualcosa in più degli altri, ricevere un trattamento preferenziale. Si può riferire a qualsiasi situazione in cui qualcuno ottiene qualcosa in più (tempo libero, soldi o qualcosa da mangiare nel vero senso della parola).
Possiamo anche qui ritrovare la grande importanza che questo piatto ha nella cultura culinaria dei paesi germanofoni.

I modi di dire e le espressioni che abbiamo spiegato sono molto significativi perché hanno delle origini antiche e allo stesso tempo rispecchiano pienamente la cultura e la storia da cui hanno origine.

Non esiste una traduzione assolutamente identica dei modi di dire da una lingua all’altra, a volte ci possono essere delle espressioni corrispondenti ma nella maggior parte dei casi si possono soltanto fare delle parafrasi o trovare un modo di dire che rispecchia il significato di quello della lingua di partenza. In ogni caso, quello di cui bisogna sempre tener conto è che i modi di dire sono talmente tanti che rappresentano una lingua nella lingua in continua evoluzione ma che mantengono sempre le proprie radici nel tempo.

L’importanza di studiare una lingua straniera

libro tedescoStamattina stavo rileggendo ad alta voce la mia ultima pretenziosa prosa in tedesco.

Argomento: una gita, non al famoso faro di memoria woolfiana, bensì a un piccolo comune nel pesarese. Compito che la mia insegnante di tedesco, ragazza molto paziente e piena di talento, mi ha assegnato per questa settimana.

La mia pronuncia è ancora bisognosa di rettifiche, ma migliora, sostenuta dalla passione, dalla forza di volontà e dal desiderio insopprimibile di conoscere; altrettanto fa la mia grammatica che si inerpica testarda tra coniugazioni di verbi, declinazioni di aggettivi, casi, generi e tante altre linguistiche difficoltà.

La curiosità, quella buona: di non fermarsi alle apparenze, di approfondire, conoscere è sempre stata una mia compagna fedele, un oggetto indispensabile nella valigia che mi porto dietro.

Studiare una lingua straniera per me è un investimento prezioso per il futuro, per comprendere realtà diverse dalla mia; è un modo per immergermi in un mondo nuovo.

Le parole e il loro uso sono spesso un strumento molto potente per comprendere punti di vista diversi dal nostro.

Certe espressioni sono particolari di una certa cultura, di un percorso storico specifico e tali singolarità si manifestano anche nella costruzione delle frasi, nelle posizioni definite del soggetto, del verbo, degli aggettivi.

La lingua è una materia fluida, si forma per abitudini ben consolidate e finisce per rispecchiare noi e la nostra vita in modo puntuale.
Accompagna con le sue regole il nostro modo di pensare, di vedere le cose.
Si collega all’ambiente dove è nata e dove continua a svilupparsi.

Non dimentichiamo poi che la lingua ha colto e coglie suggerimenti e suggestioni da altre lingue e ci dice, attraverso le frasi che pronunciamo ogni giorno, che pur diversi, siamo uniti più di quanto pensiamo.

Espressioni “intraducibili” della lingua tedesca: l’importanza della parola che identifica una cultura

tedesco_deutsch

Nelle lingue esistono delle espressioni che sono intraducibili o difficilmente traducibili. Tradurre significa “trasporre” o “trasferire” in un’altra lingua, diversa da quella originale, un testo scritto o orale, una parte di esso ma anche una singola parola.

È proprio la traduzione di singole parole o espressioni che spesso risulta difficile se non impossibile. Perché?

Nella lingua tedesca esistono molte parole composte che, per via della loro composizione, sono dense di significato e per questo sono in grado di esprimere un concetto complesso e consentono di entrare in contatto con la ricchezza del vocabolario tedesco. Non si possono tradurre in italiano utilizzando un’espressione ma soltanto con una frase o una parafrasi che tenta di spiegare il concetto alla base della parola o espressione nella lingua di origine.

Di seguito proviamo ad analizzare alcune di queste parole:

Weltschmerz”: letteralmente significa dolore del mondo da “Welt” (mondo) e “Schmerz” (dolore). È stata coniata da un autore tedesco, Richter, per riferirsi al dolore cosmico che provano tutti quegli individui che si rendono conto dell’impossibilità della realtà di soddisfare i bisogni della mente umana. È un sentimento comune e condiviso da molti poeti e autori tra cui Leopardi, Lord Byron e Heinrich Heine.

Torschlußpanik”: è formata dalle parole “Panik” (panico) e “Torschluß” (chiusura del portone) questa parola ha un’origine antica. Infatti nel Medioevo indicava la paura che si provava quando il ponte levatoio veniva sollevato perché si stavano avvicinando i nemici. Ora si utilizza per raccontare quella sensazione che si ha quando ci si rende conto che si sta perdendo l’occasione di realizzare i nostri sogni.

Fernweh”: è formata dalle parole “Fern” (lontano) e “Weh” (qualcosa che provoca dolore, doloroso). Questa espressione nella sua complessità si potrebbe tradurre come una “malinconia” o “nostalgia” per qualcosa di lontano, che si trova in un altro luogo. È un sentimento che provano tutti coloro che desiderano viaggiare, conoscere il mondo nella sua totalità.

Un’altra espressione con un significato simile ma che non esprime nostalgia, bensì un desiderio instancabile di scoprire è “Wanderlust” composta da “wandern” (errare) e “Lust” (voglia) e racconta la voglia di scoprire luoghi lontani, paradisi incontaminati ove fuggire. È talmente significativa che viene utilizzata senza essere tradotta, spesso si dice che qualcuno è affetto dalla sindrome da Wanderlust!

Ed eccoci arrivati a una delle espressioni probabilmente più famose della lingua tedesca, che appartiene al mondo della filosofia. Stiamo parlando della “Weltanschauung”: nella sua composizione apparentemente semplice ovvero “Welt” (mondo) e “Anschauung” (concezione, visione) esprime però un concetto complesso che non è possibile tradurre in italiano o in altre lingue. Questo termine è stato utilizzato per la prima volta dal filosofo Kant ed è stato poi ripreso da altri filosofi e pensatori tra cui Hegel. Esprime una visione, concezione del mondo e può riguardare una persona singola, un gruppo umano o un popolo nel suo insieme. Altri ambiti di studio tra cui la geografia e l’antropologia hanno iniziato ad utilizzare questa espressione nello studio delle società, delle etnie e dei popoli.

È molto interessante cercare di comprendere queste espressioni nella loro complessità.

A volte le abbiamo incontrate ma non ci siamo mai chiesti quale fosse l’origine del loro significato o il loro vero utilizzo.

Naturalmente, come detto, non esiste un traducente non soltanto nella lingua italiana ma in tutte le altre lingue perché questi termini sono peculiari di una lingua e si definiscono “culture-bound” per utilizzare una definizione inglese ovvero strettamente legati alla cultura che permea una lingua e allo stesso tempo a una lingua che permea una cultura.

Vorfreude: la gioia dell’attesa

attesa

Leggendo “Piccolo viaggio nell’anima tedesca” di Vanna Vannuccini e Francesca Predazzi, mi sono imbattuta nella parola: Vorfreude, l’attesa che precede la gioia.
Le autrici sostengono che tale parola per i tedeschi “è quasi una profilassi contro le possibili amarezze della vita. La premonizione che la delusione verrà e che il momento della gioia non sarà quello che ci siamo immaginati. In fondo, perciò, è quasi meglio non provarlo mai“.

Vorfreude ist die schönste Freude, l’attesa della gioia è la gioia più grande, dice il proverbio.

Ho subito pensato a Leopardi.
Vorfreude potrebbe essere il correlativo del Sabato:

Questo di sette è il più gradito giorno,
Pien di speme e di gioia:
Diman tristezza e noia
Recheran l’ore, ed al travaglio usato
Ciascuno in suo pensier farà ritorno.
(Sabato del villaggio)

È il sabato il giorno più gradito della settimana, perché la felicità può risiedere solamente nell’attesa.

Questa Weltanschauung (concezione del mondo e della vita) condivisa da due nazioni diverse, mi fa ben sperare.
In un’Europa che si è unita sulla carta, ma che ha ancora molta strada da fare per diventare un organismo effettivamente unitario, esistono comunque affinità di “poetica” in cui la Freude diviene il vero momento di gioia e di condivisione, che, per una volta, non è solo… nell’attesa.

Traduzioni: incomincia la nostra avventura in lingua inglese

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Finalmente due dei nostri ebook sono online in inglese.

Abbiamo deciso di tentare l’avventura con due thriller.
Murder Chronicle” e “The Bewitched Theatre“.

Il primo è un intrigante giallo, dove uno scrittore immobilizzato su una sedia a rotelle diventa testimone e cronista di un singolare caso di omicidio; l’altro invece è un divertente giallo per bambini, in cui c’è posto per dei curiosi topi e addirittura per un fantasma, sullo sfondo di un teatro stregato.

Siamo intenzionate a proseguire in questa direzione e presto ci saranno altri titoli disponibili in inglese.
Speriamo che questa novità venga accolta con piacere anche dai lettori.