Punteggiatura, ritmo e musica: guide infallibili per un buon testo

note musica parole

Sto leggendo l’ennesimo libro sulla punteggiatura, mai stanca di approdare a nuovi lidi ritmici che riguardino frasi e e parole; e più leggo e più mi rendo conto che scrivere ha davvero molto a che fare con la musica.

Incantata, affascinata dai leggiadri segni di interpunzione, ogni giorno metto a punto la musica contenuta nella mia scrittura, seguendo il mio orecchio.

La musica è un punto di riferimento forte. Leggo e rileggo quando scrivo le frasi e le ascolto, mentre leggo ad alta voce con grande attenzione, le provo, sondo la loro musicalità, finché non suonano perfette, fin quando il loro accordo è simile a una melodia orecchiabile e godibile.

A volte, amo le asperità, le punte aguzze di certi termini che si assiepano sulla carta e spiccano, creando strane atmosfere, per poi sciogliersi in parole più morbide e sinuose.

Cerco la polifonia nella pagina, la inseguo come un miraggio, tra verbi, soggetti e complementi.

Punti e virgola decisi, due punti sussiegosi e virgole sconnesse sono le mie pause musicali, gli abbellimenti tra le parole.

Ogni frase è una sfida, un duello tra cervello, cuore e immaginazione. L’arco melodico di una battuta ha bisogno di parole connesse tra loro, di suoni che s’accordano o vanno in contrasto, ma che comunque siano accolti dall’orecchio, da lui approvati, adorati o assolutamente inaspettati.

La vendetta: un nuovo caso per il commissario Lambert

Commissario Lambert e la vendetta

Il commissario Lambert è alle prese con un nuovo caso.

Una serie di omicidi sconvolge Parigi.
Il commissario Lambert è messo di nuovo a dura prova.
L’assassino è un tipo originale e inafferrabile; non lascia tracce dietro di sé, a parte delle piume sul corpo delle sue vittime.

Nel frattempo, il pm Lemarie viene accusato di omicidio e i due casi rischiano di mandare in tilt Lambert e i suoi colleghi impegnati su due fronti.

Questa volta i nostri amici, per risolvere il caso, dovranno andare molto indietro nel tempo.
Troveranno dei collegamenti con gli egizi e il Louvre e l’assassino sarà sempre un passo avanti a loro…

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Leggere: un aiuto per vivere e coltivare le emozioni

ragazza che legge

Leggere un libro, per me, non è solo entrare in una storia e viverla a fianco dei personaggi.
Quando leggo sviluppo simpatie e antipatie per le persone che animano il libro e finisco per schierarmi con loro o contro di loro.

Li critico, ci discuto a voce alta, chiedendo perché si sono comportati in un certo modo. Approvo o meno le loro scelte e a volte persino mi infurio per certi comportamenti assurdi che si ostinano a tenere.

Ad esempio, il libro della Bronte, Cime tempestose che ho comunque amato molto, mi ha fatto quasi infuriare in certi momenti, e avrei voluto esprimere con note piuttosto colorite tutto il mio disappunto nei confronti di Heathcliff e Catherine che a turno riuscivano a rovinarsi la vita tra ripicche e orgoglio autolesivo.

Che dire poi delle mie ultime letture? I gialli. Lì, la gamma di reazioni si estende alla gestione delle indagini, alla pesantezza riscontrata nelle eventuali lungaggini, poi si passa alla frenesia, quando ci si avvicina alla soluzione, alla quota di rabbia nei confronti dei cattivi o alla comprensione, quando il male è causato per una giusta vendetta.

Chi legge visita molti luoghi, vive certamente molte altre vite, come è stato già detto a più riprese, ma soprattutto leggere ci consente di provare una gamma di sensazioni ed emozioni in molti casi davvero forti.
Credo sia ormai dimostrato da molte ricerche che leggere aiuta a sviluppare empatia, a essere più coinvolti e disponibili verso il prossimo.

Ma più di tutto, leggere ci consente di piangere, di indignarci, di innamorarci o di ridere a crepapelle in qualsiasi momento e praticamente dovunque. Basta avere un libro a portata di mano…

Il paese di Tritacrome: the day after. Il giorno dopo lo spettacolo

Tritacrome gli interpreti

Il 20 giugno 2018 è stato rappresentato “Il Paese di Tritacrome”, uno spettacolo musicale per bambini.
Questo giorno per me resterà un giorno speciale, da ricordare nel mio calendario personale, perché ha rappresentato l’inizio di un nuovo percorso artistico, di una nuova vita professionale.

Alle 21:00 circa, il coro delle voci bianche della scuola Artemusica di Falconara Marittima (Ancona) si è esibito, mettendo in scena un melodramma con testi e musiche originali.
Questo spettacolo ha segnato l’inizio di un progetto che coinvolge musica, parola e canto.
Per me, vedere rappresentato quanto scritto nel mio libro è stata un’esperienza fantastica ed emozionante, la realizzazione di un sogno.

La serata è stata davvero emozionante, i ragazzi hanno dimostrato di essere padroni della scena, si sono destreggiati tra lettura e canto con grande abilità.
Lavorare con il maestro Angela De Pace è stata una scoperta: ho visto il mio libro prendere vita attraverso le sue canzoni e il suo lavoro con i ragazzi che hanno risposto meravigliosamente alle “provocazioni” musicali e a quelle della storia.

Per me ognuno di loro resterà nella memoria come il personaggio che hanno interpretato.
I curiosi abitanti di Tritacrome, paese singolare, hanno avuto per alcune ore un corpo e una voce.
Non vedo l’ora di iniziare una nuova avventura con loro. In effetti, sto già lavorando a un testo per Natale.

Noi non ci fermiamo qui, restate sintonizzati…

Osservazione: prima regola dell’Ispirazione per qualsiasi creazione artistica

osservazione con telescopio

Alle prese con un nuovo libro o in pausa riflessiva alleno e affino i miei sensi per osservare ciò che mi circonda. L’osservazione è la prima fonte di ispirazione per chi scrive e non solo.

Guardo le persone camminare per strada e assimilo mentalmente la loro andatura.
A volte resto colpita da uno sguardo, dal dettaglio di un soggetto: lo spazio curioso tra i suoi denti, una risata piena di colore o il gesticolare inconsueto delle mani.

Tutto può diventare spunto per costruire un personaggio o per partire con una nuova storia.

Anche una frase che arriva all’improvviso, una melodia dal carattere singolare o il ricorrere ritmico di strani rumori possono essere un punto di partenza, un incipit per dare vita a una scrittura originale.

Chi scrive ha sempre le antenne ben sintonizzate sul mondo e per essere originali basta solo combinare in modo diverso i pezzi del puzzle che la vita ci sottopone quotidianamente.

Quando riusciremo a combinare osservazione e successiva creazione artistica, sosterremo anche noi che qualcosa di molto bello può nascere da “l’incontro fortuito su un tavolo di dissezione di una macchina da cucire e di un ombrello!” (Conte di Lautréamont, pseudonimo di Isidore Lucien Ducasse (1846-1870), poeta francese).

Tritacrome: “uno strano paese in musica” diventa spettacolo

Prove spettacolo musicale Tritacrome

Il progetto di Tritacrome si sta rivelando un’esperienza appassionante.
Nasce da un libro Uno strano paese in musica creato appositamente e tradotto in spettacolo musicale, come “il paese di Tritacrome”.

Ho fatto molti lavori diversi nel corso degli anni, una buona parte legati alla creatività, ma è il mestiere di scrivere che mi sta dando grandi soddisfazioni, come questo spettacolo a cui sto collaborando da qualche mese.

Lavorare con i bambini è davvero una bellissima esperienza, se poi il testo motore del progetto è un libro di cui sei l’autore, allora si aggiungono molti altri aggettivi: interessante, emozionante, divertente e altri ancora che al momento non riesco a esprimere in parole articolate.

È già da un po’ che mi sveglio di notte e penso al giorno dello spettacolo, è un po’ come vedere crescere un figlio e chiedersi come andrà a finire.
Spero davvero che la gioia che mi sta dando questo lavoro contagi anche chi verrà a vedere lo spettacolo e anche chi comprerà il libro.
Vi auguro di cuore di provare anche solo parte di quello che sto provando io.

Al momento ho già portato a casa una grandissima soddisfazione: ho firmato alcuni autografi ai protagonisti del paese di Tritacrome che spero possiate venire tutti a vedere.
Sono solo dei bambini, direte, ma credetemi se vi dico che sono davvero bravi.

Mestiere di scrivere: il ritmo, una questione importante

metronomo ritmo

Nella maratona inesausta delle mie letture, oltre a scegliere il genere, mi lascio guidare dal ritmo dell’autore che mi aiuta anche nel mestiere di scrivere.

Ogni storia ha il suo ritmo.
Credo sia utile per ognuno di noi scegliere quello che ci è più congeniale.
Di solito, quando le mie letture hanno il ritmo giusto riesco a scrivere diverse pagine nello stesso giorno; le parole escono senza fatica, rallentate solo dalla capacità delle mie mani di stare dietro ai miei pensieri.

Questo accade perché la musica ha sempre avuto una parte da protagonista nella mia vita. Anche quando apparentemente credevo di averla accantonata, la musica è sempre tornata alla ribalta nella mia vita, nei più svariati modi.
Sono convinta che la musica influenzi profondamente il mio modo di scrivere: anche quando non viene citata esplicitamente, è comunque presente, in altre forme, ad esempio, nel ritmo delle parole o nella scelta dei termini.

Leggo e rileggo spesso quello che ho già scritto, prima di procedere con la scrittura, e scelgo le parole anche per il loro suono, oltre che per il loro senso all’interno di una frase e rileggo sempre ad alta voce, per valutare se all’orecchio suona tutto nel modo giusto.

I miei libri sono diventati il mio strumento personale e io premo tasti, pizzico corde o intono note, ogni volta che scrivo.

Androne: le parole quotidiane logorate dall’uso eccessivo

dizionario aperto con occhiali

Le parole di uso quotidiano finiscono per vedere stemperati alcuni significati del termine originario, con il passare del tempo. A volte, specie se sono usate molto spesso, lo perdono del tutto.

Oggi mi sono imbattuta nella parola androne, non che non sapessi cosa significa e immagino lo sappiate anche voi…
ma quanti di voi, come me del resto, si sono chiesti, di là dal suo consueto significato di: “ambiente di passaggio dal portone d’ingresso della casa alle scale e al cortile“, da dove tragga origine questa parola?

Vi chiederete come sono arrivata di filato nell’androne e mi sia posta domande sull’etimologia di questa parola.
È presto detto: sto lavorando a un progetto con dei bambini: Il Paese di Tritacrome e durante la lettura del testo mi hanno chiesto di spiegare loro alcune parole.

Ho notato che alcuni termini di uso comune non sono per niente facili da spiegare: l’uso prolungato rende certe definizioni quasi insondabili, non spiegabili con altre parole. Il loro senso è trito e ritrito. Un po’ come le coppie di coniugi sposate da tempi immemorabili che si danno per scontate.

Provate anche voi a spiegare una parola di uso comune a chi non sa proprio che cosa significhi quel dato termine. Vedrete che vi capiterà di “impappinarvi” su qualcosa, di scoprire che certi termini sono così, punto e basta, non si riesce a trovare un altro senso da affiancargli. Si sa cosa vogliono dire, ma non si possono esprimere in altro modo.

Per farla breve, a causa di questo “impappinamento” da usura, ho pensato di affidarmi a un dizionario, per fare un lavoro accurato e per trovare le giuste parole per chiarirne un’altra. Ho ri-scoperto il Dizionario, questo Libro delle parole (Wörterbuch, come dicono saggiamente e senza tante circonvoluzioni i tedeschi) che ci consente di trovare tesori nascosti nella nostra lingua.

Perdonatemi, mi sono inoltrata nelle stanze e non vi ho neppure introdotto nell’androne.
Bene, oggi ho scoperto che cosa significava nell’antichità questa parola e mi sono accorta del riferimento a: ἀνήρ ἀνδρός “uomo”.

Ora, se anche voi ignorate il significato recondito di questa parola fate come me: aprite un dizionario o meglio, cliccate qui.

Il paese di Tritacrome: un libro e un progetto a misura di bambino

Il paese di Tritacrome libro e progetto per bambini

Il paese di Tritacrome infilato tra i monti come un segnalibro è davvero un paese curioso.
Non solo per la strana forma del suo territorio: una specie di virgola serpeggiante, dove una manciata di case bene ordinate e un gomitolo di strade seguono la forma sinuosa della valle, circondata da alti alberi al limitare del paese.
Non manca neppure il mare, a un’estremità della virgola geografica si approda a una spiaggia fatta di finissima sabbia bianca e l’acqua azzurro-verde è là che vi attende in un moto di onde perpetuo.
A Tritacrome abitano curiosi personaggi che gareggiano in stranezza, ma che vivono in armonia, ognuno assorbito dal suo ritmo e dalle sue melodie” (Uno strano paese in musica di Anna Rita Rossi).

Questo è l’incipit di una storia che si sta trasformando giorno dopo giorno in un progetto di lavoro con i bambini dell’Istituto Musicale “F. Marini” e nasce dalla collaborazione con il M° Angela De Pace che mi ha chiesto espressamente di scrivere una storia da far rappresentare al suo gruppo di voci bianche.

Il paese di Tritacrome, alla fine di questo percorso di lavoro, diventerà uno spettacolo che, considerate le premesse, già promette molto bene.
La narrazione sarà animata da canzoni con testi e musiche originali e i ragazzi vi stupiranno, come hanno stupito me per la loro serietà e soprattutto per la loro bravura.

Vi faremo sapere quando si svolgerà lo spettacolo; ovviamente, siete tutti invitati a… Tritacrome.