Elisabetta Rossi è nata ad Ancona. Il suo incontro con l’editoria avviene grazie alle illustrazioni per un libro di favole: “Cammerville”. Poi, una rivista femminile a tiratura nazionale le ha dato l’occasione di saggiare le sue qualità di scrittrice. La collaborazione è durata quattro anni, attraverso racconti e romanzi brevi. Nel frattempo, il desiderio di scrivere inseguiva nuove e più impegnative mete: un romanzo più ampio e strutturato.
Nel settembre del 2008 l’Armando Curcio Editore pubblica il suo primo libro, sotto pseudonimo. Questa avventura è proseguita con la pubblicazione di altri due romanzi rosa e quattro gialli, l’ultimo uscito a giugno 2012. La tappa successiva è stata l’editoria digitale, affrontata come self-publisher. Attualmente, la sua “squadra” di ebook autopubblicati spazia dal romance al giallo, con titoli presenti su molti store online.
Il suo sito: www.librarsi.net
Il romanzo: Punizione mortale
Una coppia di ispettori: Reinhold Steiger e Greta Fabbri, indagano sull’omicidio di Guglielmo Gentili professore di Storia dell’Arte del Liceo Artistico di Sevriere.
L’uomo viene ritrovato nei laboratori del liceo con una colata di gesso nella bocca, ma non è quella la causa della morte. Il gesto teatrale dell’assassino sembra più un messaggio o l’estemporanea di un artista.
I due ispettori presto verranno affiancati nelle indagini da Simona Ferretti, commessa in una libreria e dal club Il popolo dell’autunno un gruppo di assidui frequentatori, nonché proprietari della libreria stessa.
CASA EDITRICE: Narcissus Self Publishing (http://narcissus.me/about/)
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2013
GENERE: giallo
PAGINE: 225
PREZZO: 0,99 Euro
Il libro è disponibile su Amazon, Apple Store, Feltrinelli, InMondadori, Kobo Books, IBS, Ultima Books, ecc.
E adesso, le domande…
D: Felice approdo ad Autori Sul Web! Per cominciare, ti va di parlaci un po’ di te e dei tuoi principali interessi?
R: Ho riempito di scrittura quaderni di poesie e racconti sin dall’infanzia e tutto, solo per passione. Questo è il mio principale interesse. Amo leggere, perdermi in narrazioni che portano lontano, ad esempio, in pericolose e avventurose attraversate dell’Antartide o insieme agli scalatori sulle cime di montagne insidiose, sempre alla ricerca di approfondire l’animo umano, spaziando al contempo con la fantasia.
D: Veniamo alla parte letteraria. Come nasce la tua passione per la scrittura?
R: Quando mi sono resa conto che, dopo la lettura, la scrittura era diventata una necessità, per far vivere le mie emozioni, le mie passioni e per dare voce a personaggi che altrimenti sarebbero rimasti confinati nella mia testa. Dovevo in qualche modo dare voce a quello che sentivo era una priorità come quella di respirare.
D: Quali generi o autori ti hanno più influenzato?
R: Ho iniziato a scrivere gialli dopo aver letto i romanzi di Ed McBain. Il suo modo di scrivere mi ha letteralmente stregato: la cura meticolosa dei particolari, l’originalità di inserire nel testo piantine della scena del crimine, reperti e rapporti stilati dal suo personaggio più famoso il detective Steve Carrella e la caratterizzazione dei componenti della squadra dell’87° distretto. Tutti questi elementi sono stati per me una palestra e una fonte di ispirazione per iniziare a cimentarmi con questo genere.
Ovviamente, non ho disdegnato i classici: i macchinosi ragionamenti di Sherlock Holmes e i suoi dibattiti con il dottor Watson mi hanno affascinato e fornito ulteriori spunti per le mie storie. Più recentemente, ho assaporato la tagliente scrittura di Michael Connelly, ma mi catturano anche romanzi scritti da antropologi forensi, come Kathy Reichs e Bill Bass, l’ideatore della “Fabbrica dei corpi”, che insieme a Jon Jefferson scrive ottimi libri medical thriller. Poi, ci sono i libri di avventura, altra mia passione e anche quelli di guerra. Questi, quindi, sono stati i miei mentori, il resto è lavoro della mia immaginazione che si diletta in trame intricate dove i particolari rivestono un ruolo fondamentale.
D: E ora occupiamoci del romanzo che proponi. Da dove scaturisce l’idea? Hai dovuto svolgere ricerche particolari?
R: “Punizione mortale” ha come luogo privilegiato di svolgimento: una singolare libreria, dove Simona, un’intraprendente precaria troverà lavoro come commessa. La libreria in questione è posta in un vicolo della sua città che lei non aveva mai percorso e sembra sorta dal nulla quasi per magia, forse è stato questo che mi ha spinto a scrivere questo giallo, girando per una città che per tanti anni ho sentito mia e scoprire luoghi che non avevo mai considerato o che mi erano sfuggiti. Un po’ come tornare ragazzi anche inserendo nella narrazione un gruppo di anziani intellettuali che gestiscono la libreria e un club letterario, ma solo perché a me affascinano i racconti di chi ha vissuto prima di me e conosce parti di una città e della sua storia perché ne ha fatto parte durante periodi storici particolari, come la guerra.
D: I personaggi che hai creato da dove nascono? Che sentimenti provi per loro?
R: Sono sempre parte della mia vita, fino a che non termino di scrivere il libro. Sono invadenti e petulanti: non mi lasciano in pace fino a che non ho messo nero su bianco la loro storia. Qualche volta mi sento solo un tramite… niente di trascendentale, solo una spiccata irrazionalità che mi colpisce ogni volta che inizio l’avventura di scrivere un romanzo.
D: Emozioni e considerazioni. Cosa hai voluto trasmettere al tuo pubblico?
R: Spero solo di averlo coinvolto a sufficienza ogni volta che scorre le righe del mio racconto. Se sono riuscita a emozionarlo, appassionarlo, distrarlo dalla sua vita, vuol dire che ho raggiunto il mio scopo: regalare qualche ora di assoluta evasione.
D: Cosa ti piacerebbe fare da grande? Qualche progetto per il futuro?
R: Continuare a scrivere e ad emozionarmi mentre scrivo. Riuscire a rendere questa grande passione una professione per viverci. Difficile fare progetti concreti, l’editoria italiana sa come distruggerli tutti, per questo sono passata all’autopubblicazione, una scommessa che per ora sto vincendo, per il futuro vedremo.
Grazie per la tua disponibilità e per l’occasione che mi hai dato di poter parlare di me, purtroppo, non sono molto brava a farlo, preferisco affidare ai miei personaggi l’arduo compito di rappresentarmi.
Io non aggiungerei altro. Da questa intervista emerge un’autrice più che in gamba, voi che dite?