Leggere e scrivere sono due attività che non subiscono battute d’arresto a causa del Coronavirus: si possono tranquillamente praticare restando a casa.
Inoltre, mi sono chiesta: che cosa può fare uno scrittore in tempi di Coronavirus per essere d’aiuto?
Scrivere, ovviamente. Così ho pensato di scrivere qualche breve riflessione sulle mie giornate e sulle meste osservazioni giornaliere dalle mie stanze.
Non è un gran contributo, ma ci tengo a dedicarlo a tutti quelli che si sacrificano, affinché la nostra vita possa andare avanti, nonostante le limitazioni, e a tutti coloro che hanno bisogno di un istante di distrazione e di sollievo in questi momenti così difficili.
Dall’alto della terrazza, la mia città è strana: lontana eppure vicina, quasi potessi toccare le sue case di cartapesta colorata.
I gialli, gli aranci, il verde appena accennato, il rosso bruciato dei tetti sono affastellati, uno sull’altro; mentre alberi svettanti lanciano le loro chiome verso il cielo.
Rari passanti misurano i loro passi lungo i marciapiedi; auto sparute scorrono rapide, senza dover più contendere l’asfalto ad altri veicoli all’assalto.
Il mare è un tappeto screziato, un miraggio nel deserto solitario del paesaggio.